SPECCHIA GALLONE

ORIGINI

Specchia Gallone, insieme a Cocumola, è una delle frazioni di Minervino di Lecce.

il nome “Specchia” deriva dal latino specula, che significa “vedetta, osservatorio, guardia”. L’appellativo “Gallone” venne aggiunto successivamente e si riferisce al feudatario Gian Battista Gallone che governò il territorio dal 1618. Sulle sue origini nulla è certo, si pensa che nel luogo ci fosse una fortezza costruita dagli abitanti di Otranto con funzione di difesa e vedetta contro gli attacchi del Saraceni. Nel periodo feudale, oltre alla famiglia Gallone, Specchia appartenne anche ai Sangiovanni e ai Basalù.

 

 

CHIESE, MONUMENTI E DIMORE STORICHE

Le chiese di Specchia Gallone sono le seguenti:

La Chiesa di San Biagio, dedicata al vescovo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente, considerato “il protettore della gola”. Chiesa madre del paese, risale agli inizi del XVI secolo. Presenta un portale datato 1604 che propone un’iconografia basata sul tema della morte. Lo spazio interno è generosamente illuminato da numerose finestre: un oculo sulla facciata, otto finestre distribuite lungo la navata (due delle quali attualmente murate), due nei bracci del transetto e ancora un oculo e due finestre simmetriche in corrispondenza dell’abside. Sul lato sinistro vi è l’antica cappella del Sacro Cuore, caratterizzata dal raffinato altare seicentesco. All’esterno, in prossimità del presbiterio (lato destro), si erge una semplice vela architettonica con le campane, mentre alla sinistra dell’abside spicca il volume snello della Torre dell’orologio, anch’essa coronata da un castelletto metallico con due campane. L’edificio costituisce, insieme ai palazzi nobiliari situati nelle immediate vicinanze, il cuore più antico del piccolo paese.

La Cappella di Sant’Anna è una cappella rupestre che si può ammirare dirigendosi verso Poggiardo: essa fa parte del sistema di chiese dell’Ordine dei Francescani, sviluppatosi a partire dal XIII secolo nella terra salentina. Le testimonianze sulla datazione della chiesa risalgono alla visita del 12 ottobre del 1522 del Vescovo di Castro che, descrivendo questa cappella, la annovera al Patronato dell’Universitas di Specchia. Nonostante la semplicità esterna della Chiesa, che si presenta a navata unica, l’ingresso è monumentale: un portone con lunette a tempera che rappresentano la Passione e Crocifissione di Cristo. Bello anche il piccolo campanile a vela. All’interno vi è un interessante ciclo pittorico murale del XIV secolo esteso per tutta la superficie di 90 metri quadri. La parete destra della Chiesa ospita il Nuovo Testamento, mentre la sinistra il Vecchio Testamento, dalla creazione di Adamo ed Eva alla Crocifissione. In controfacciata, il Giudizio Universale, simile a quello impresso nel Quattrocento nella vicina Chiesa di Santo Stefano a Soleto, dipinto forse dallo stesso pittore dell’Apocalisse presente nella Basilica di Santa Caterina a Galatina. Ogni raffigurazione richiama un episodio della Bibbia. Il punto di riferimento sembra essere il Giudizio Universale della Cappella Sistina. A chi la osserva, la Cappella di Sant’Anna si presenta come un vero e proprio libro aperto, ossia la Bibbia, nel quale si possono riconoscere alcuni degli episodi principali della vita di Gesù, di sua nonna Anna, ma anche quegli aneddoti che spesso non trovano una giusta collocazione cronologica e che giacciono quindi sulla linea sottile che divide la storia dalla fede.

Interessanti sono i palazzi nobiliari di Specchia Gallone, come ad esempio Palazzo Siena, una dimora storica risalente al 1600-1700. Appartenuto in origine alla nobile famiglia dei Baroni Basalù, fu poi abitato dall’arciprete Brunori e divenne zona di accoglienza per gli abitanti del luogo. Oggi appartiene alla famiglia da cui prende il nome, la famiglia Siena. Il Palazzo è stato oggetto di un restauro conservativo che ha lasciato intatta la struttura originaria: si compone di due piani con annesso cortile interno e di un ampio giardino con frutteto, nel quale spiccano un antico colonnato ricoperto da viti centenarie ed un vecchio agrumeto. Una parte del giardino è stata destinata ad orto, che viene meticolosamente coltivato con metodi naturali e offre prodotti biologici stagionali che gli ospiti possono gustare. Attualmente il palazzo è un bed & breakfast “Home&More”, una nuova formula di accoglienza pensata come condivisione di spazi e di interessi all’interno di un ambiente “familiare” in cui ognuno è padrone del proprio tempo.

Palazzo Gallone, oggi chiamato Palazzo Basalù, fu costruito nel XVI secolo dal feudatario Gian Battista Gallone e, nel corso degli anni, divenne proprietà prima della famiglia Sangiovanni e, per ultimo, della famiglia Basalù. Il palazzo presenta stanze di ampie dimensioni, tutte con volte a botte e a stella da cui si accede attraversando il portone principale; quest’ultimo, a sua volta, dà accesso ad un atrio e ad un’ampia corte, in cui troviamo anche un giardino con mura di cinta medioevali e un esteso agrumeto. L’intero palazzo conserva a tutt’oggi le caratteristiche architettoniche del tempo, senza aver subito alcun intervento.

 

 

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